Gin Fizz Cocktail: Ricetta e Preparazione

Cocktails 7 nov 2019

GIN FIZZ

2 oz GIN

1 oz SUCCO LIMONE

1/2 oz SCIROPPO di ZUCCHERO

1/4 oz GOMMA ARABICA

TOP SODA

BICCHIERE: HIGHBALL

METODO: SHAKE & STRAIN

GUARNIZIONE: OLII ESSENZIALI SCORZA LIMONE

IL NECESSARIO

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Bottiglie

Strumenti

gin fizz video

STORIA

Dal “dopolavoro”  fino ai giorni nostri, passando per il charleston…

Il gin fizz nasce nella seconda metà dell’800, ma la grande diffusione si ebbe solo a partire dagli anni 20 del 900.

Andiamo con ordine…

Ancora una volta dobbiamo scomodare il buon vecchio Jerry Thomas per cercare di capire come e dove nascono i fizzies, il nostro caro “professore” ci ha lasciato in eredità il suo libro, più volte modificato e riedito, il manuale del vero gaudente, ovvero, il grande libro dei cocktail”, dove compare per la prima volta il gin fizz nell’edizione del 1876, ma non nella prima edizione,  quella del 1862.

Possiamo verificare dai suoi scritti che il luminare preparava i fizz agitati e serviti in bicchieri bassi di media grandezza, ma nell’edizione successiva (1887 n.d.r.), il drink subisce una variazione nella tecnica di preparazione e viene creato direttamente nel bicchiere ed allungato con soda del sifone, guarnito con un peel di limone strizzandone gli olii essenziali dentro al drink.

Ecco che da questo momento nasce il gin fizz come pochi lo conoscono oggi, ma come si dovrebbe preparare davvero ed il motivo è da ricercare nelle condizioni sociali e nelle esigenze degli avventori del tempo…

Siamo negli anni in cui le giornate venivano scandite dal ritmo del lavoro delle fabbriche, dove le famiglie cominciavano ad avere una routine giornaliera precisa e rigorosa; la giornata lavorativa cominciava la mattina di buon’ora, una veloce pausa per consumare un pasto, più o meno caldo, poi di nuovo a lavoro fino all’imbrunire, erano gli anni della seconda rivoluzione industriale (1870 ca) dove invenzioni e scoperte come elettricità, petrolio, prodotti chimici ecc..avevano rafforzato ancor più quell’accentramento urbano che iniziò nel 1700 con la rivoluzione industriale che tutti conosciamo;

gli operai d’uscita dalle fabbriche tornavano a casa dalle famiglie, trovando ad aspettarli mogli e figli, per essere finalmente tutti assieme per cena….ma, tutto questo non vi ricorda qualcosa?

In effetti non c’è molta differenza dalla routine quotidiana dei giorni nostri, se non fosse per le tipologie di lavoro, per lo sviluppo del terziario prima e dell’era digitale poi, ma le fasi della giornata, ancora oggi, poco si discostano da quelle di allora.

Fatta questa doverosa digressione sulla società del tempo ecco che il parallelismo coi giorni nostri non si ferma alla routine quotidiana, bensì anche a quella del “dopolavoro” era molto simile a quella odierna.

Ok ok il concetto di aperitivo è ancora lontano quasi 100 anni, ma la volontà di rilassarsi qualche istante prima di tornare a casa, scambiare quattro chiacchiere con amici e colleghi e mettere le basi di quell’integrazione sociale che proprio in quegli anni stava nascendo, portava i nostri operai a concedersi una breve sosta presso i locali, i bar e i pub che offrivano agli avventori, stanchi e sporchi, un sorso rinfrescante e rigenerante.

Ed ecco che il gin fizz risponde perfettamente a questa esigenza, è rinfrescante, è un ottimo corroborante grazie al gin e l’acidità del limone gli conferisce una beva fresca ed elegante preparando lo stomaco per la cena. Inoltre Jerry Thomas deve aver notato che la preparazione shakerata ed il servizio con ghiaccio avevano degli svantaggi in termini di tempo ed esigenza finale del cliente; shakerare richiede più tempo che costruire il drink nel bicchiere, inoltre lo raffredda troppo ed il ghiaccio manteneva una temperatura troppo bassa per  l’operaio che cercava qualcosa da “scolare” al volo, in pochi istanti, giusto il tempo di un saluto, qualche minuto di chiacchiere e relax e poi dritti a casa per la cena. Ecco perché, a nostro avviso, si è resa necessaria la variazione del drink nell’edizione del 1887. Inoltre dovremmo aprire un discorso legato alla reperibilità e conservazione del ghiaccio in quel periodo; insomma il nostro professore, da grande uomo di mondo e ottimo osservatore deve aver modificato la ricetta e la preparazione dei fizzies proprio in relazione a tutti questi fattori.

Altro discorso è per i collins, drink molto simili ai fizzies, le cui differenze le trovare in un articolo dedicato.

Il gin fizz aveva fatto breccia nel cuo…ehm…nel fegato dei nostri operai, e la sua concezione di drink, veloce, fresco e dissetante, arrivò fino agli operai di colore (spesso scaricatori di porto) che nel sud degli Stati Uniti cominciarono a creare un vero e proprio ballo ispirato ai movimenti necessari per caricare e scaricare le pesanti casse dalle navi. 

Alcuni studiosi pensano che queste movenze avessero radici ben più profonde, derivando da riti propiziatori delle tribù africane da cui i ragazzi di colore discendevano. 

Il ballo prese il nome di Charleston grazie alla città della Carolina del Sud in cui questi scaricatori di porto operavano.

Ma come può il nostro drink essere collegato con uno dei balli più scatenati ed anticonformisti del tempo?

è noto come questo ballo richieda movimenti frenetici e scatenati, è una danza scoppiettante e briosa e l’impegno fisico richiesto è notevole. Ecco che una volta diffusosi in maniera capillare nelle grandi città americane i locali (spesso gestiti da gangster) che ospitavano band e ballerine di colore proponevano negli intermezzi tra un balletto e l’altro il gin fizz, ottimo dissetante, fresco, ma non ghiacciato e rinvigorente, facendo recuperare le energie ai ballerini…o perlomeno dopo alcuni gin fizz non facendone sentire la stanchezza. Tutto il tessuto sociale americano, inglese e francese era stato contagiato dal Charleston ed il gin fizz era il compendio migliore che questa moda si portava dietro.

Cheers!

Michelangelo 

gin fizz

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