Flute

Bar Tools & Laboratorio 12 mar 2018
foto bicchiere flute

Nato dall’esigenza di contrastare la rapida perdita del perlage che avviene nelle coppette classiche, a partire dagli anni 30 del Novecento, la flute si è diffusa sempre più, al pari dei vini spumanti secchi. Chiamato anche calice a tromba e spesso tradotto in italiano  con “flauto” questo bicchiere non nasce però nel ‘900, ma trova apprezzamento già nella classe regnante del periodo Georgiano, in Inghilterra dove, seppure la bolla era considerata volgare per via della similitudine con birra e sidro, bevande delle classi inferiori, si diffuse l’uso del flauto, che rimase però confinato nelle credenze delle famiglie reali, non solo inglesi, senza mai diffondersi in maniera capillare. Inoltre da qualche decennio la diffusione del vetro al piombo, decisamente più facile da manipolare, grazie all’utilizzo dei forni a carbone che raggiungevano temperature molto più alte e molto più a lungo dei forni alimentati solo a legna, permettendo così ai mastri vetrai di creare bicchieri con forme, motivi e caratteristiche del tutto nuove e peculiari. Dobbiamo però aspettare la prima metà dell’800 perchè la flute si prenda i giusti meriti, soprattutto grazie alla nobiltà russa che fece del paese il secondo consumatore di champagne al Mondo e, anche grazie ad aziende specializzate nella produzione di calici, si poteva permettere di offrire Champagne ai banchetti imperiali con specifici set di bicchieri realizzati per le occasioni. A partire dal 1920 l’arte vetraia raggiunse l’apice dello splendore, creando calici meravigliosamente decorati, sulla scia dell’art Deco e Nouveau, ancora oggi questi bicchieri sono ricercati e custoditi gelosamente dagli appassionati.

Oggigiorno diversi studi hanno dimostrato come la forma del bicchiere influisca notevolmente sulla percezione gustativa che riscontriamo in bocca, inoltre forse non tutti sanno che a seconda dello spumante che stiamo bevendo dovremmo usare calici differenti; ad esempio per un vino spumantizzato e lavorato con metodo Charmat è preferibile una coupette, perchè disperde prima la bolla e permette di assaporare meglio le note fruttate, viceversa per i vini a metodo classico la flute è più indicata perchè ci permette di concentrare al nasco l’ascendenza della bolla, al cui scoppio possiamo assaporare meglio gli aromi tipici creati dagli lieviti. Inoltre per quanto riguarda gli Champagne non c’è nessuna legge scritta, addirittura c’è chi predilige bicchieri dal bevante largo, nonostante la bolla, perchè spesso si tratta di vini molto complessi e con invecchiamenti importanti, seppure in bottiglia; ed ecco che alcuni mastri di cantina della champagna incoraggiano addirittura l’uso di un decanter apposito per far aprire meglio il vino, senza che si disperda oltremodo la bolla. 

Cheers!

Michelangelo

In questo video ne abbiamo visti alcuni, perfetti per l’aperitivo. QUI

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