La riscoperta del Rum D'Ananas, non solo per tiki lovers...

Qualche mese fa un articolo apparso su Liquor.com ha catturato la mia attenzione, parlava della nascita di un Rum all’ananas. Lì per lì non ho prestato molta attenzione perché non sono un grande amante di tutto ciò che viene artificialmente sofisticato con aggiunta di profumi, sentori, estratti  di varia natura che vanno a snaturare un prodotto solo per aderire a logiche di marketing e mode di mercato.

Un dettaglio del titolo però aveva fatto si che il rapido scorrere degli occhi sulla pagina si soffermasse qualche istante in più, giusto il tempo di mandare un impulso al cervello per elaborare rapidamente la frase ”…not a pineapple flavored rum…”.  Ecco che improvvisamente quelle poche parole hanno reso credibile qualcosa che fino a poco prima non lo era, al punto di convincermi a dedicarli una rapida lettura.

David Wondrich

In questi tempi di quarantena la possibilità di dedicarmi con maggior dedizione alla stesura di articoli mi ha fatto pensare che qualche riga su questo rum potesse trovare spazio anche sul nostro blog. Questo pensiero ha poi trovato convinzione quando nell’articolo si parla di una collaborazione tra due protagonisti del settore, David Wondrich e Plantation, il primo nome altisonante nel panorama mondiale della mixology, grande storico del nostro mondo ed autore di diversi libri molto autorevoli, il secondo è produttore di rum caraibici che ritengo davvero ottimi per la loro capacità di esprimere al meglio il territorio di ciascuna delle zone di produzione, per non parlare del peculiare doppio affinamento dei propri prodotti.

Il master blender di Plantation Alexandre Gabriel, nel 2015, decide di rendere omaggio ad un personaggio della letteratura inglese, il reverendo Stiggins, portato alla ribalta dal primo romanzo di Charles Dickens “The Pickwick Papers”, che era solito bere un cocktail chiamato pineapple rum, un daiquiri con rum infuso all’ananas.

Alexandre Gabriel

In realtà l’idea iniziale di Alexandre era più quella di un esercizio di stile che una vera ricerca di un prodotto da commercializzare. La sua volontà era quella però di rendere protagonista l’ananas non come apportatore di aroma nel rum tramite semplice infusione, ma fargli giocare un ruolo da protagonista già nella fase iniziale della lavorazione del distillato.

Ecco che prende vita la terza collaborazione tra Alexandre Gebriel e David Wondrich, gia all’opera assieme nel 2011 quando crearono il “Ferrand Cognac 1840” e nel 2012 quando la sinergia porta alla nascita  del “Pierre Ferrand dry curacao”.

Si parte quindi con la ricerca dei migliori ananas da destinare alla produzione, la specie su cui ricade la scelta è la Queen Victoria, un ananas originario delle Mauritius, caratterizzato da frutti piccoli, succosi profumati e particolarmente aromatici, anche nella buccia.

Gli ananas vengono sbucciati a mano e le bucce messe in infusione nel Plantation 3 years per una settimana per poi essere distillate attraverso il pot still di Pierre Ferrand. Al tempo stesso la polpa viene messa a macerare per tre mesi in Plantation original dark. L’unione di questi due prodotti da origine al nostro distillato, che riposerà per ulteriori tre mesi in botti di rovere.  Questo processo produttivo ci fa capire che non ci troviamo di fronte ad uno dei tanti capricci voluti dal mercato che riportano sulle etichette la parola “flavored”, ma si tratta di un vero e proprio distillato di ananas.

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La destinazione d’uso ideale per noi è quella dei tipici tiki cocktails, o per restare fedeli niente di meglio che preparare un bel “pineapple rum” come lo beveva il reverendo Stiggins.

Inizialmente destinato ad un uso strettamente privato questo rum viene commercializzato in piccoli lotti, a solo scopo dimostrativo, ma il successo fu tale che il mercato chiese a gran voce la sua commercializzazione al punto che la maison dovette mettersi all’opera per creare una filiera produttiva specifica, degna della qualità dei prodotti Plantation.

Da quel momento altri brand hanno provato a replicare il successo dello Stiggins Fancy Pineapple, ma solo uno merita una menzione nel nostro racconto, il Maggie’s Farm 50/50 , creato dalla distilleria Allegheny di Pittsburg. “Volevamo crearlo molto dry” dice il mastro distillatore Tim Russel, “Vogliamo proprio il sapore secco, senza zuccheri, estratti o succhi aggiunti”.

Per la loro ricetta si sono avvalsi di un metodo di produzione simile al Plantation, iniziando da una distillazione di rum chiaro e ananas poi, prendono un rum dal Trinidad invecchiato di 12 anni, lo mettono in infusione per circa un mese con l’ananas. Parti uguali della risultante della distillazione e dell’infusione vengono poi messe insieme ed ecco da dove deriva il nome 50/50.

Dal punto di vista organolettico si può’ dire che la versione di Allegheny sembra un lontano cugino dell’originale Stiggins’ Fancy. Quest’ultimo e’ piu’ ricco e leggermente dolce mentre il 50/50 arriva in bocca subito col frutto per poi finire in modo molto piu’ secco. Questa caratteristica denota la scelta del progetto iniziale ed una giovinezza dello stesso ben più marcata. Entrambi i prodotti sono comunque notevoli. Complimenti!

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